Attilio Lapadula appartiene alla generazione dei nostri padri, a quella generazione che aveva poco più di vent’anni quando si progettava l’E’42 e poco meno di trenta quando, finita la guerra, si affacciò alla professione in quella Roma fertile e stracciona, vitale e gaglioffa, opulenta e disperata che oggi, dopo più di mezzo secolo, ci riappare nell’alone e nella lontananza mitica di un tempo magico e straordinario.
Troviamo qui un giovane architetto, ormai romano per adozione, che dà forma ai sogni di rinnovamento di un’intera generazione e che pur non rinnegando mai la sua disciplina, amplia e contamina la dimensione specifica dell’architettura con incursioni determinanti nel campo della piccola e della grande scala, dedicandosi con uguale impegno al design e all’urbanistica, insieme.
(dall’introduzione di Giorgio Muratore).
24 cm, 134 pagine, 183 illustrazioni b/n.