Dominatori incontrastati della scena architettonica e decorativa dell'Urbe e del Patrimonium Sancti Petri, tra l'inizio del XII e i primi anni del XIV secolo i marmorari romani - termine corretto per definire i cosiddetti "Cosmati", nome generico di derivazione ottocentesca con il quale questi grandi artisti medievali sono noti al pubblico dei non addetti ai lavori - realizzano innumerevoli opere, esportando la propria peculiare "maniera", orgogliosamente definita opus romanum, fino in Inghilterra.
In questo breve saggio l'autore analizza la "poetica" delle diverse botteghe in rapporto all'architettura romana della tarda età di mezzo, definendone il ruolo e la capacità di innovazione costruttiva, compositiva e tipologica. Riassume inoltre la letteratura sull'argomento e propone le genealogie più attendibili delle varie famiglie, formulando infine ipotesi - scaturite dalla conoscenza diretta delle opere, frutto di lunghe campagne di rilievo eseguite in prima persona - sulle origini del fenomeno "cosmatesco" e sul modus operandi dei marmorari romani rispetto ai prototipi "antichi" e alle esigenze di rappresentatività e autocelebrazione della committenza.
18 cm, 133 pagine, 32 illustrazioni.