È il regista dei primi due capitoli della saga di Fantozzi, ha lanciato Ugo Tognazzi tra i protagonisti della commedia all’italiana, è stato per oltre vent’anni uno dei volti più simpatici e conosciuti della tv ed una delle voci più sarcastiche della radio. Ha al suo attivo oltre cinquanta film, come regista ed interprete, ha frequentato per tutta la vita i palcoscenici teatrali, come commediografo, regista, attore. Era uno spirito libero ed irriducibile, un intellettuale colto e spiritoso, un umorista leggero e pungente. Tutti attributi che possono fare cortocircuito in un paese come il nostro, dove troppo spesso la cultura è associata alla noia, l’umorismo alla superficialità, l’intelligenza alla pedanteria, la leggerezza alla frivolezza… Salce non aveva tessere di partito e sapeva e voleva ridere di tutto, senza distinzioni, manicheismi, obiezioni. Era un umanista autentico e poteva permettersi di sbeffeggiare chiunque. Aveva autoironia a profusione, accanto a cultura, capacità di osservazione, senso del linguaggio: se, come autore teatrale, è tra i pochi veri satirici italiani del Novecento, come autore cinematografico è tra i capofila della commedia italiana.
Ridere su tutto, ridere di tutti: tutto questo gli ha costato un ostracismo critico insopportabile.
Il presente libro, tentando una ricostruzione della vita (avventurosa) e delle opere (notevoli, per numero e qualità) di Luciano Salce, vuole essere un primo passo verso la necessaria riconsiderazione critica di un uomo di spettacolo fondamentale nel Novecento itaiano.